Legno, Vita e Ospitalità: Una Meditazione sulla Transitorietà
Riflessioni sul Cambiamento, l'Accoglienza e l'Essere Parte di un Tutto
In un mondo sempre più veloce e frenetico, è facile perdere di vista ciò che conta davvero. Ma mentre sono seduto sul deck di una casa non mia, guardando il legno ingrigirsi e riconoscendomi in esso, mi ritrovo a riflettere sulla vera essenza dell'essere. La mia esperienza con lo scambio casa mi ha sempre fatto sentire accolto, partecipe di un ciclo universale di condivisione e accettazione.
Il legno sotto i miei piedi è forse teak, una sostanza che sta cambiando colore proprio come i miei capelli. Questa trasformazione è un ricordo della nostra natura temporanea, di un passaggio in questa vita che è metaforicamente rappresentato da questo materiale naturale. Molti autori hanno trovato nell'ambiente e nei suoi cambiamenti una perfetta rappresentazione del nostro percorso. L'invecchiamento del legno, la sua evoluzione verso un nuovo stato, non è diverso dal nostro cambiare con il tempo.
Non siamo solo testimoni passivi di questo processo. Siamo allo stesso tempo partecipi e artefici, donatori e beneficiari. Questa è la vera natura dell'ospitalità, una realtà tanto semplice quanto profonda, radicata in molte tradizioni spirituali. Khalil Gibran, ad esempio, parla dell'amore come dell'interazione dell'anima. Siamo tutti temporaneamente qui, condividendo esperienze, accettando doni.
Ma cosa significa veramente essere presenti in questo mondo? Questa dualità ci ricorda concetti espressi nelle antiche filosofie come il Taoismo, che esplora l'equilibrio e l'interconnessione tra gli opposti. Siamo parte di un sistema più grande, una componente di un tutto che non può esistere senza di noi, proprio come il legno non può esistere senza l'albero, e l'albero senza il legno.
Accettare e condividere. Queste sono le pratiche che ho imparato a fatica, come vivere l'arte del Bhakti Yoga, l'apprendimento dell'amore incondizionato. Essere avvolto nelle braccia dell'ospitalità e della generosità è una lezione profonda e illuminante. Non si tratta solo di "ripagare" ma di entrare in sintonia con un ciclo più grande, un'armonia universale.
E che dire del continuo divenire, del ripetuto ritorno alla vita, dell'essere avvolti per eoni in un processo eterno? La reincarnazione, un concetto che risuona profondamente con me, è un altro aspetto di questo equilibrio che crea e ricrea continuamente l'essenza stessa dell'esistenza.
Sento il legno sotto i miei piedi, e lo sento vivo, attivo e persino spiritoso. Guardo dentro di me, e quello che mi piace e mi dà gioia è questa sensazione di transizione, questa sensazione di essere un viaggiatore temporaneo.
Una parola che mi ha sempre affascinato per la sua dualità, per la sua manifestazione simultanea attiva e passiva, è proprio "ospite."
Nei momenti di quiete e riflessione, parlo con questo legno e lo ringrazio per essere una dimora temporanea consapevole della doppia visione.
Mi piace l'idea di essere in questa vita di passaggio, di essere contemporaneamente un tutt'uno con il mondo che mi circonda e una parte distinta di esso. Questa comprensione può sembrare una confusione o una grande chiarezza. È una lezione sull'arte di donare e sull'abilità di accettare, qualità che ammetto di non avere ancora padroneggiato completamente. Ricevere è forse quello che so fare peggio; l'opportunità di essere accolto nelle braccia dell'Universo e vivere nella Sua cospirazione, la capacità di cogliere senza dover "ripagare" immediatamente, è una pratica che continuo a imparare.
Vivo con l'idea che "ripasseremo" ancora, con la netta sensazione di essere avvolti per sempre in questo processo. Questa danza eterna tra donare e ricevere, questo equilibrio che tanto amo, è anche una confusione. Mi chiedo spesso quale sia il mio ruolo ora. Dipende dalla parte in cui voglio stare? No! Il mio ruolo è sia quello di essere un tutt'uno con il sistema che una parte distinta di esso, nello stesso momento. È una consapevolezza che mi sfida e mi invita a esplorare più a fondo. E’ lì dove la mia coscienza si insinua, in questa ambiguità!
E così, mentre il sole tramonta e l'ombra del deck si allunga, continuo a riflettere su questi pensieri. Le piante nei vasi sul legno grigio, lui che man mano assume il suo colore naturale, i miei piedi ancorati temporaneamente a questo luogo; tutto contribuisce a un senso di appartenenza profonda.
Questa casa non è mia, eppure per un breve momento, lo è. Sono contemporaneamente un estraneo e un familiare, una parte del tutto e un'entità separata.
Mi rendo conto che questa esperienza di vita, queste riflessioni su un deck, sono molto più di una semplice osservazione casuale. Sono un microcosmo di una verità più grande, un invito a vivere con maggiore consapevolezza, apertura e gratitudine. E in questo viaggio continuo, imparo ogni giorno a essere un ospite migliore, sia per me stesso che per il mondo che mi circonda.
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Mi considero una persona creativa ed empatica che vuole contribuire a un mondo migliore, prestando attenzione alla sostenibilità e alla flessibilità organizzativa. Credo che sia importante avere un modo di gestione orizzontale e partecipativo, in cui le persone possano essere coinvolte in modo autonomo. Mi interesso di aziende che creano un impatto positivo sulla società, in particolare come Impact & ESG Officer di TeamSystem. Sono molto curioso e mi piace esplorare la scienza dello spirito, le tradizioni mistiche, l'antropologia, la fisica quantistica e la sociologia, cercando sempre di approfondire le mie conoscenze su questi argomenti. Parlo di leadership orizzontale e di sviluppo personale in Europa e credo fermamente che ognuno di noi abbia il potere di contribuire a un presente migliore.